
Ammettiamolo, di solito ignoriamo i nostri figli quando si comportano bene e notiamo e interveniamo soltanto quando fanno qualcosa di sbagliato.
Se si comportassero sempre bene probabilmente non gli rivolgeremmo la parola!
Tendiamo quindi ad accorgerci di loro soltanto in caso di comportamento negativo e ad intervenire rimproverandoli o mettendoli in punizione.
Ma le punizioni sono efficaci?
Molti di noi sono cresciuti con le punizioni, me compresa, ma non sono d’accordo con genitori che mi dicono:
— “In fondo non siamo venuti su tanto male!”
— “Sicuro?”
Una volta da bambina (avrò avuto 6 anni) sono andata a giocare con il mio coetaneo vicino di casa, dentro un canalone (asciutto) vicino casa nostra dove non avevo il permesso di andare e ricordo chiaramente di aver pensato: “questa avventura vale bene uno schiaffo di mamma”.
Gli effetti di questo tipo di educazione sono spesso un minore senso di responsabilità, e la minore capacità di distinguere autonomamente comportamenti appropriati da comportamenti inappropriati.
Non l’avevo ritenuto pericoloso, sapevo soltanto che era vietato e che mamma mi avrebbe punito.
Non vogliamo che i nostri figli si comportino in modo corretto solo evitare le punizioni ma vogliamo che facciano la cosa giusta perché sanno che è giusta e perché vogliono fare la cosa giusta.
Si tratta di aiutare tuo figlio ad imparare a gestire sé stesso, le sue emozioni, i suoi comportamenti e impulsi.
Vogliamo che i nostri figli sviluppino una solida bussola morale, distinguano comportamenti e reazioni appropriati e inappropriati e siano in grado valutare le loro scelte.
Questo significa motivare i bambini intrinsecamente non estrinsecamente.
• La motivazione estrinseca è propria di quei bambini che fanno le cose per una motivazione esterna, come evitare le punizioni.
• La motivazione intrinseca, invece, è presente quando il soggetto compie le azioni per sé, per motivazioni proprie interne.
Le punizioni inoltre tendono ad inasprire i conflitti e a inibire l’apprendimento, ci fanno ribellare, vergognare e arrabbiare, reprimere i nostri sentimenti.
Oltretutto la punizione provoca paura nei bambini.
- I bambini temono per le loro cose (che possono essere portate via),
- Per i loro privilegi (che possono essere revocati)
- Per le loro preferenze (che possono essere usate contro di loro)
- Per la loro sicurezza e il loro benessere (in caso di punizioni fisiche come schiaffi o sculaccioni).
Lo so che nella rabbia del momento (complice la stanchezza, la frustrazione di non essere ascoltati ecc…) è molto facile cadere nella trappola delle urla e delle punizioni; tuttavia, l’unica cosa che la punizione insegna è che è giusto ferire gli altri e li porta a mentire per evitare di essere puniti.
Inoltre, i bambini dimenticano rapidamente il motivo della loro punizione e si mettono sulla difensiva.
Oltretutto, spesso ai bambini non è dato di capire dove hanno sbagliato o perché il loro comportamento abbia avuto un impatto negativo sugli altri.
La punizione ci disconnette dai nostri figli e la conseguenza è paradossalmente, che abbiamo una minore influenza su di loro.
Ho capito Marcé, le punizioni sono sbagliate, allora vanno bene i premi?
I premi, meglio dire rinforzi positivi, sono utili ma con i dovuti distinguo:
I RINFORZI POSITIVI
I rinforzi positivi rappresentano un qualcosa che ci motiva a mettere in atto e a ripetere un determinato comportamento.
Accade naturalmente nella vita di tutti noi (se ci pensi lavoriamo per il premio dello stipendio o/e per i complimenti del capo o dei colleghi).
Occorre però saper riconoscere e utilizzare consapevolmente i rinforzi positivi, occorre essere abili e utilizzarli in modo saggio e inserirli sempre in un contesto relazionale.
I rinforzi svolgono il loro ruolo ma non sono esclusivi in un rapporto educativo.
Il rinforzo positivo non deve necessariamente essere un gioco o un oggetto, anzi sarebbe preferibile che non lo fosse.
Esistono molti tipi diversi di sistemi di ricompensa che puoi utilizzare come rinforzo positivo:
• Dare il cinque
• Fare un complimento circostanziato. (Come incoraggiare tuo figlio nel modo giusto)
• Dare un abbraccio o una pacca sulla spalla
• Pollice in su o applaudire (naturalmente in funzione dell’età)
• Dire ad un altro adulto quanto sei orgoglioso del comportamento di tuo figlio mentre il bambino sta ascoltando…
È importante dare rinforzi positivi in modo continuo e costante e non in modo casuale.
Nel tempo, puoi distanziare il rinforzo. Una volta che tuo figlio ha introdotto una nuova buona abitudine, il rinforzo a sorpresa di tanto in tanto è molto efficace.
Per esempio possiamo dire: “Brava ti stai preparando per la scuola in orario ultimamente. Questo pomeriggio andiamo al parco giochi, te lo meriti!” –
Mostra a tuo figlio che apprezzi i suoi sforzi e che riconosci le cose che fa bene.
EVITA I RINFORZI NEGATIVI ACCIDENTALI
A volte capita che i genitori rinforzino accidentalmente comportamenti negativi.
Per esempio cedendo. Se un genitore dice a un bambino che non comprerà quel gioco, ma poi il bambino implora, supplica e piange fino a quando il genitore cede, il capriccio del bambino è stato rinforzato positivamente.
Il bambino ha imparato che piangere e strillare gli fa ottenere quello che vuole e lo rifarà di nuovo in futuro perché funziona.
Facciamo ora qualche esempio concreto:
Anziché dire: “Se non pulisci la tua stanza non andrai al parco a giocare!”
Potresti dire: “Non appena hai finito di riordinare la tua stanza andiamo al parco.
Non vedo l’ora! Fammi sapere se hai bisogno di aiuto.
Anziché dire: “Se non fai i compiti non andiamo al compleanno della tua amichetta”
Potresti dire: “Se finisci i compiti di mattina, avremo il pomeriggio libero per andare al compleanno di Sara”
Concludendo:
Possiamo educare i nostri figli senza punirli?
Si, rispondendo alla semplice domanda: “Come vorrei essere trattato se fossi nella sua posizione?”
Attenzione! Non come sono stato trattato nella stessa situazione, ma come vorrei essere trattato (con rispetto e comprensione).