
Ci sono opinioni contrastanti quando si parla di competitività.
Alcune persone pensano che esporre i bambini alla competizione insegni loro lezioni di vita reale su come vincere e perdere; altri ritengono che la concorrenza faccia più male che bene.
Ad ogni modo, ci sono pro e contro per entrambi gli approcci:
CONTRO
Esercitare troppa pressione sui bambini per essere i migliori, che si tratti di scuola o di sport può causare stress e ansie inutili.
Quando i bambini vengono inseriti in contesti competitivi, spesso si sentono delusi, sconfitti e non all’altezza.
Per definizione, non tutti possono vincere una gara. Se un bambino vince, un altro perde.
La concorrenza porta i bambini a invidiare i vincitori, a respingere i perdenti.
Sfortunatamente, la frequente mentalità vincente a tutti i costi può minare la motivazione dei bambini e portarli a evitare o addirittura a disimpegnarsi da attività che altrimenti potrebbero apprezzare.
PRO
Oltre a prepararli a vittorie e sconfitte più avanti nella loro vita adulta, le attività competitive aiutano i bambini a sviluppare abilità importanti come la resilienza, la perseveranza e la tenacia.
Una sana competizione li aiuta anche ad espandere la loro zona di comfort e ad abituarsi e a reagire alla frustrazione che deriva dall’insuccesso.
E, cosa molto importante, li aiuta a non cedere al desiderio di arrendersi o abbandonare quando le cose si fanno difficili.
Sebbene sia di fondamentale importanza che un bambino sappia di essere al sicuro, è altrettanto importante consentire a un bambino di sperimentare la momentanea incertezza che deriva dalle situazioni competitive.
Una sana competizione ispira i bambini a fare del loro meglio, non solo abbastanza. Li spinge di fare più del minimo indispensabile.
La competizione può essere salutare quando:
- Fornisce feedback ai bambini sulle loro prestazioni e miglioramenti
- Quando vincere non è l’obiettivo unico o primario e
- Quando i bambini imparano a conoscere sé stessi in situazioni difficili.
In queste circostanze, la competizione può insegnare lezioni inestimabili che i nostri figli di solito non imparano in classe.
Tutto sommato, una sana competizione può insegnare ai bambini che non sono sempre i migliori ad avere successo, quanto piuttosto quelli che lavorano sodo e tengono duro.
La chiave è trovare modi sani per far competere i tuoi figli.
LA MIA ESPERIENZA
Per mia esperienza personale la competizione è motivante, agisce come incentivo, come una spinta a fare di più e meglio.
Mia figlia aveva alle elementari un compagno di classe molto bravo.
Lei, molto orgogliosa non voleva essere da meno e si dava da fare per eguagliarlo.
Alle medie nella sua classe non ha trovato invece nessuno con cui competere e si è adagiata, facendo il minimo indispensabile.
È ovvio che se la competizione è spinta all’eccesso è controproducente e che quindi…
…indovina? La chiave sta nell’equilibrio.
“Ancora con questo equilibrio Marce’, in sostanza viviamo su una corda sospesa?”
Diciamo che occorre applicare sempre il buon senso senza esagerare, e questo vale per ogni cosa.
Infatti, in determinate condizioni, la competizione può migliorare le prestazioni e spronare a far meglio, mentre se si esagera può promuovere l’ansia, danneggiare l’autostima e portare al disimpegno e alla rinuncia.
Come promuovere una sana competizione?
INSTILLA EMPATIA
Competere in modo sano significa essere un buon amico e sostenere gli altri, anche se hanno perso.
Può essere utile chiedergli: ‘Se perdessi, come ti sentiresti?’
Oppure fare un piccolo gioco di ruolo:
-“Immagina che io sia la persona che perde, cosa puoi dirmi per farmi sentire meglio?” e cosa potrei dirti io se hai perso per farti sentire meglio?”
PROMUOVI IL LAVORO DI SQUADRA
La cooperazione aiuta i bambini a comunicare efficacemente, a fidarsi degli altri e ad accettare chi è diverso da loro.
I bambini si sentono meglio con sé stessi quando lavorano con gli altri invece che contro di loro, e quando la loro autostima non dipende dalla vittoria.
INCORAGGIALO A FARE DEL SUO MEGLIO
I bambini con un sano senso della competizione imparano fin dalla tenera età che dovrebbero fare del loro meglio e dare il massimo in tutto ciò che fanno.
Instillare nei bambini una solida natura competitiva significa chiedere loro quali sono i loro obiettivi per sé stessi, non cosa vogliono i loro insegnanti o genitori”.
Vincere non è tutto e cercare di vincere sempre può essere estenuante e far sentire i bambini come se fossero troppo sotto pressione.
Parte dell’avere un sano senso di competizione è capire che non sarai bravo in tutto, e che va bene.
Per aiutare tuo figlio che si sente turbato dal fatto che nonostante i suoi sforzi non sta raggiungendo gli stessi risultati degli altri, potresti digli:
–‘Sei più bravo in un’altra attività o sport, e tutti abbiamo cose diverse in cui siamo bravi”
Il messaggio che deve passare è che finché sta davvero facendo del suo meglio non importa se non è il migliore. Ciò che conta è cercare sempre di superare il proprio limite personale“.
Distogli l’attenzione dalla vittoria e concentrati invece sulle cose che può controllare, come lo sforzo dedicato.
Quindi, indipendentemente dal risultato, aiuta tuo figlio a vedere cosa ha fatto bene e dove è migliorato.
INSEGNAGLI A NON ARRENDERSI
A volte i bambini sono così resistenti alla competizione che possono rifiutarsi di partecipare a qualsiasi attività che preveda un confronto.
Potrebbero anche fingere un malore o mostrare segni di ansia.
Sebbene sia normale che i bambini si sentano un po’ ansiosi prima di una grande competizione, questo non deve superare una soglia tale da farli rinunciare.
Se la paura della competizione ha un impatto negativo importante su tuo figlio, scava più a fondo per capire quali sono le motivazioni più profonde.
Non permettergli di rinunciare troppo spesso.
In poco tempo, smettere potrebbe diventare uno stile di vita e non imparerà mai a gestire la propria angoscia.
Tuttavia, ci sono alcuni casi in cui smettere va bene, come ad esempio se capisce che uno sport non va più bene per lui perché si annoia.
In questo caso puoi incoraggiarlo a provare una nuova attività che lo coinvolga di più.
Quando l’ansia da prestazione supera un certo limite, prova a insegnarli alcuni metodi per calmarsi, come per esempio qualche tecnica di respirazione.
È anche importante che tu gli fornisca più supporto e rassicurazione possibile.
Con ogni attività agonistica stressante il bambino conquista, più forza mentale e resilienza. (5 STRATEGIE PER COSTRUIRE LA RESILIENZA DI TUO FIGLIO)
Perseverare attraverso l’ansia, le sfide e le frustrazioni che la competizione procura rappresenta la vera crescita.
COMPETE CON SÉ STESSO
Per cominciare, una sana competizione aiuta i bambini a capire che la competizione non riguarda solo la vittoria e la sconfitta.
La competizione può consistere nel fissare un obiettivo e poi raggiungerlo.
In altre parole, invece di concentrarti sulla vittoria, concentrati su ciò su cui tuo figlio ha il controllo, come la quantità di tempo che investe nell’allenamento o il tempo impiegato per percorrere 100 metri ad esempio.
Insomma, un obiettivo basato sulle prestazioni personali.
Certo è possibile che perda la gara, ma vedrà il suo livello di abilità migliorare in qualche modo.
In sostanza si gareggia per superare noi stessi, per superare il nostro record precedente.
In questo modo non si perde mai completamente.
PERDERE VA BENE
Quando a un bambino viene permesso di fallire, scopre che può riprendersi, imparare e andare avanti.
Fallire o perdere una competizione non deve definirlo.
In altre parole, non solo deve imparare a credere in sé stesso e nelle proprie capacità, ma anche scoprire che la sua identità non è legata alla vittoria o alla sconfitta.
Purtroppo, però, molti bambini oggi hanno paura del fallimento.
Forse hanno paura di essere presi in giro, o di deludere i loro genitori.
Qualunque sia la ragione, la paura può impedire ai bambini di provare cose difficili e questo riduce le loro opportunità di crescita e di successo.
È necessario ribadire regolarmente il messaggio che va bene perdere fintanto che lavora sodo, si impegna al massimo e impara dall’esperienza.
Uno degli errori che fanno alcuni genitori è proteggere i propri figli dal fallimento. Il fallimento è una grande opportunità per imparare.
Imparare dai fallimenti aiuta i bambini a diventare adulti più capaci che non rinunciano appena le cose si fanno difficili. (SBAGLIANDO SI IMPARA)
AMORE INCONDIZIONATO
Alcuni genitori manifestano apertamente la loro delusione quando il loro bambino non raggiunge i loro standard o perde una competizione.
Quando ciò accade, nel bambino può farsi largo la convinzione di non essere amato o apprezzato dai genitori.
Inoltre, inizia a credere di non essere all’altezza o di essere inadeguato di non valere nulla.
Il più delle volte, quando questo accade, il bambino inizia a darsi da fare per cercare di rendere felici i suoi genitori.
Ma cercare a tutti i costi di impressionare i propri genitori innesca a lungo andare delle dinamiche dannose.
Fai in modo che tuo figlio si senta sempre amato, incondizionatamente, anche quando perde.
Riassumendo
La competitività di per sé generalmente non è una cosa negativa: è il modo in cui le persone affrontano le competizioni che possono renderle malsane.
In altre parole, se l’unico obiettivo è vincere e non imparare nulla nel processo, tuo figlio si sentirà scoraggiato quando perde.
Ma se tu gli insegnerai a guardare alla sconfitta in modo costruttivo, imparerà molto di più dalle competizioni a cui parteciperà.