
Quando tuo figlio fa i capricci manifesta un disagio. Lo yogurt blu.
Gli scoppi d’ira sono imprevedibili e trasformano rapidamente il tuo adorabile bambino in una peste furiosa e urlante.
Quello che sembra un evento casuale è in realtà il modo in cui tuo figlio cerca di dirti qualcosa.
Semplicemente non ha la capacità di esprimerlo in modo calmo e con un linguaggio appropriato.
Finita la maternità, si ritorna al lavoro, ma tanto la Scricciola manco se ne accorge penso…esco alle 15:00 e vado a prenderla al nido, abbiamo tutto il pomeriggio per stare insieme e come dicono gli “Espertoni” è la qualità che conta non la quantità.
Si certo, così credevo….
Tornate a casa le chiedo cosa vuole mangiare a merenda (naturalmente scelta tra massimo 2 cose giusto per farle credere di aver preso lei la decisone ;-)) inizia una scena alla quale non avevo mai assistito (forse al nido mi avevano scambiato la bambina)
— “Yogut alla fagola” dice
— “Va bene “dico io e le porto lo yogurt, appena lo apro mi dice:
— “Lo voglio bianco!” per un caso fortuito appena fatta la spesa avevo diversi tipi di yogurt. Appena le porto lo yogurt bianco mi dice in lacrime:
— “Lo volevo alla bananaaaaa”.
Non si era mai comportata in questo modo e non ero solita accontentarla in tutto e per tutto anche perché fino ad allora aveva sempre mangiato senza storie tutto quello che le avevo propinato (compresa la frutta).
Sempre continuando a piangere a dirotto mi dice:
— “Voglio lo yogut bluuuu!”
Sento la rabbia che sale perché penso che sia solo un capriccio, sono stanca, è stata una giornata faticosa, sto per perdere la pazienza… per fortuna ho un’illuminazione!
Capisco finalmente che non è questione di yogurt né di gusto (gli yogurt al gusto puffo ancora non li ho visti) ma la mia scricciola sentiva un grande disagio che non sapeva esprimere.
L’ho abbracciata forte e ha continuato a piangere per un po’, quando ha smesso ha fatto merenda tranquillamente come sempre.
Più tardi con più calma le ho spiegato che la mattina dovevo andare a lavorare, ma che non significava che non le volevo bene, che mi era mancata molto e che saremmo state insieme tutto il pomeriggio.
Era troppo piccola per spiegare a parole il suo disagio e ha scatenato un capriccio.
Partiamo dal presupposto che i bambini non piagnucolano per irritare intenzionalmente ma si lamentano per attirare la nostra attenzione.
Tuo figlio potrebbe aver avuto momenti di disagio o difficoltà all’asilo o a scuola e una volta rientrato a casa, a partire da una causa ridicola (dal nostro punto di vista), scatena un capriccio apparentemente senza motivo valido.
Un comportamento capriccioso a volte può essere dovuto a stanchezza eccessiva, fame o sete, o ancora al tentativo di attirare la tua attenzione.
È necessario quindi assicurare ai bambini la giusta dose di attenzione giornaliera.
Ogni genitore dovrebbe passare almeno 10 minuti di tempo ogni giorno con il proprio figlio.
Passare del tempo non significa fissare e sfregare il telefono, fare le faccende di casa ecc. ma giocare con lui, con i suoi giochi, trovare un momento da trascorrere in esclusiva con lui.
La vita è impegnativa per tutti, e trovare del tempo in più nel corso della giornata può essere difficile lo so, ma pensa a questo come un investimento nel tuo rapporto con tuo figlio, opererai una vera e propria magia.
Prova e vedrai.
Questo tempo con lui è un ottimo versamento sul suo conto corrente emozionale.
Ammettiamolo, i genitori sono le creature più occupate del pianeta e ci sono circa un miliardo di cose in competizione per il nostro tempo e la nostra attenzione.
Ma quando i bambini non ricevono tutta l’attenzione positiva di cui hanno bisogno da noi, lo cercheranno in modi negativi.
Naturalmente preferiscono la nostra attenzione positiva, ma comunque l’attenzione negativa (sgridate, rimproveri, ecc.) andrà bene lo stesso perché ottengono in ogni caso un minuto del tuo tempo.
La semplice risposta, infatti, anche se si tratta di un rimprovero o di un’osservazione infastidita (“Basta! Smetti di fare capricci!”) significa comunque prenderli in considerazione, concedergli qualche secondo di attenzione.
Quindi cercano il piagnisteo, la lagna, la negoziazione perché per loro è la cosa migliore da fare per ottenere l’attenzione di cui hanno bisogno.
CAPRICCI PER OTTENERE QUALCOSA
Diverso è il caso del capriccio messo in atto per ottenere un gioco o un dolcetto al supermercato.
In questo caso il bambino sa che se urla e strepita, i genitori (spesso per paura del giudizio degli altri) lo accontenteranno perché la verità è che i bambini mettono in atto solo comportamenti che funzionano.
Quando tuo figlio piagnucola o strilla e scalcia e tu ti arrendi, lui capisce che piagnucolare gli fa ottenere quello che vuole: il giochino nuovo o quel Kinder sorpresa alla cassa del supermercato.
In questo caso gli si può spiegare tranquillamente che continuare nel suo capriccio non gli procurerà ciò che vuole. Digli fermamente di no e non cedere!
Certo, se hai ceduto finora per te sarà difficile scardinare in tuo figlio la convinzione che se insiste ancora un po’ prima o poi mamma cederà.
All’inizio quindi continuerà per lungo tempo a piangere urlare e lagnarsi, ma piano piano capirà che è un comportamento che non porta nessun vantaggio e si arrenderà.
Non importa se la gente ti guarda, se si tratta di genitori, sanno cosa sta succedendo, se non lo sono non possono capire e il loro giudizio non ti deve interessare assolutamente.
A casa la nostra regola prevede che al supermercato non si compri nulla (intendo giochi, merendine, caramelle ecc..) se sono i bambini a chiederlo, ma sono io a mettere sul carrello qualcosina per loro.
Nel momento in cui iniziano a chiedermi lamentosamente di prendere qualcosa in particolare, tolgo dal carrello anche quello che avevo preso io.
Questo naturalmente è solo un esempio, ognuno di noi saprà trovare la soluzione più congeniale.
In questo caso è importante non cedere al capriccio.
RIEPILOGHIAMO:
- Tutti noi ci siamo trovati alle prese con un bambino che fa i capricci in preda a urla isteriche e pianti.
- Ricordiamoci però che nella maggior parte dei casi può trattarsi di stanchezza, fame, di una richiesta di aiuto per cause esterne, di disagi dovuti ad un momento stressante nella vita familiare e così via.
- Se ti trovi di fronte un figlio che fa un capriccio abbraccialo, rassicuralo, tranquillizzalo, accertati che non ci sia dietro un disagio dovuto a situazioni esterne (scuola, amici), fisiche (fame, sete), o psicologiche (stress, ansia).
- Nel caso si tratti di un capriccio fine a sé stesso (ottenere un gioco o un lecca-lecca) bisogna fargli capire che non è il metodo giusto e che infatti non funziona.
- Se il bambino esplode invece in una specie di crisi isterica incontrollabile e inarrestabile si tratta di “temper tantrum”, in questo caso il bambino viene sopraffatto dalle emozioni e non riesce a riprendere il controllo.
Questo è dovuto alla sua immaturità emotiva, non è cioè capace di gestire e controllare le emozioni, non ha ancora sviluppato un’adeguata intelligenza emotiva.
Vorrei fare un’ulteriore precisazione: quando un bimbo fa un capriccio non rimpinziamolo di dolciumi temendo che si tratti di fame o per tentare di distrarlo, perché altrimenti con tutta probabilità diventerà un adulto che trova conforto nel cibo, un adulto che al primo disagio (ansia, paura, rabbia, frustrazione) si rifugerà nel cibo per trovare consolazione, con tutto ciò che ne consegue (problemi legati al peso, all’alimentazione ecc…)