COMUNICAZIONE GENITORI-FIGLI: 7 ERRORI DA NON COMMETTERE

“Tra un minuto!” “tra un attimo!” “ancora 5 minuti!” “sto arrivando!”


Quanto è frustrante! Tu che cerchi di farti ascoltare da tuo figlio ma lui non fa che rimandare o trovare scuse fino a farti perdere la pazienza.


Finisce che se sei di fretta fai prima a farlo tu oppure inizi a strepitare e a urlare nel tentativo di farti ascoltare.


Generalmente la prima cosa a cui pensiamo è che lo stia facendo apposta per farci saltare i nervi, ma, in realtà, potrebbe anche essere interamente assorbito dal suo mondo di fantasia e non averci sentito davvero.

In un precedente post (I tre cervelli) abbiamo parlato di come funziona il cervello di un bambino (e anche il nostro) e abbiamo visto che per instaurare una comunicazione con tuo figlio (e in realtà con chiunque), per prima cosa devi conquistare il cervello rettile, quello più antico, sede degli istinti oltre che delle funzioni vitali e quello più diffidente.

In questo caso specifico si tratta di far intendere al tuo bambino che immagini come si sente.


Facciamo un esempio concreto: “Lo so che ti stai divertendo un mondo con le costruzioni e che ti interrompo sul più bello per chiederti di fare il bagnetto….”


O ancora per i più grandicelli: “lo so che sei stanco e che ti stai rilassando con il tuo smartphone ….”


Poi dobbiamo conquistare il cervello limbico, sede delle emozioni, il quale deve provare interesse per ciò viene proposto, si pone infatti la domanda: “cosa c’è di vantaggioso per me?”


Torniamo all’esempio di prima:


-“lo so che ti stai divertendo tanto con le costruzioni ma ti divertirai altrettanto anche durante il bagnetto, puoi portare la tua barca dei pirati…”


A questo punto passiamo alla neocorteccia, sede della razionalità.


Nel caso dei bambini non stiamo a dilungarci in dissertazioni microbiologiche e virologiche ma cerchiamo di dare una breve spiegazione del perchè è bene curare la propria igiene personale.
Mi raccomando breve,, poche parole adatte all’età di tuo figlio.


E’ importante seguire questa sequenza, in questo esatto ordine altrimenti non otterremo nessun risultato.


Se esordissimo infatti con una spiegazione razionale del perchè è necessario lavarsi, dopo un minuto (anche meno a seconda dell’età) tuo figlio si sarebbe già disconnesso.


Fatta questa importante precisazione vediamo 5 comportamenti che sarebbe bene evitare per non partire con il piede sbagliato e riuscire a comunicare efficacemente con tuo figlio.

1- EVITA DI URLARE


Evita di urlare da una stanza all’altra: “Vai a farti il bagno!” mentre il bambino è intento a fare altro: sta giocando, sta guardando i cartoni animati, sta utilizzando il tablet, ecc.


Come puoi immaginare (e come avrai avuto modo di sperimentare) non è molto efficace.


Bisogna sintonizzarsi con lui: avvicinarsi, abbassarsi alla sua altezza e guardarlo negli occhi mentre si parla.

2- EVITA DI RIPETERE LA STESSA RICHIESTA ALL’INFINITO.

Se hai bisogno di ripetere la tua richiesta significa che la prima volta non è stata efficace.


Pertanto non stupirti se ripetendola nello stesso identico modo mille volte non sortisce nessun risultato.
Proviamo ad analizzarne i motivi e riformularla dopo qualche minuto con tono fermo e calmo secondo lo schema dei tre cervelli.

3 – FATE UNA RICHIESTA ALLA VOLTA

Se si fanno troppe richieste tutte insieme e in maniera troppo generica, i bambini rischiano di perdersi nella confusione e non sanno da dove partire.


Per questa ragione, è fondamentale fare una richiesta alla volta.

4 – SII SPECIFICO NELLA DOMANDA

Fare richieste generiche non è efficace.

Non è sufficiente dire “Vai a farti la doccia!” ma è necessario fare riferimento alla situazione, mostrando i vantaggi (a favore del cervello limbico) e contestualizzando.


Torniamo al nostro esempio:“Lo so che ti stai divertendo tanto con le costruzioni ma ti divertirai altrettanto anche durante il bagnetto, puoi portare la tua barca dei pirati, poi se farai subito la doccia potremo andare al parco prima che tramonti il sole”.

5 – SIATE COERENTI.

Se vi è capitato più volte di avergli chiesto prima una cosa e poi un’altra, non avete mantenuto il punto o siete finiti a fare le cose al suo posto è possibile che abbiate perso di autorevolezza ed è più difficile che il bambino possa ascoltarvi.
La coerenza è importante anche per portare il bambino gradualmente ad assimilare certi insegnamenti.

6 – SÌ AI RINFORZI POSITIVI.

Quando il bambino risponde alla tua richiesta ricordati di premiarlo, anche solo con un elogio lode apprezzamento.
I bambini, come del resto gli adulti, hanno bisogno di essere stimolati e valorizzati.


È molto più efficace dare rinforzi positivi quando si comporta bene, piuttosto che punirlo e ricattarlo quando non ascolta.

7 – DAGLI DELLE ALTERNATIVE.

A volte, può essere utile proporgli due scelte (rafforzando tra l’altro la sua autostima).


Ricordati di offrire solo 2 scelte però,non di più, altrimenti otterrai l’effetto contrario.
Il nostro cervello infatti, davanti a troppe scelte va incontro ad un fenomeno chiamato “sovraccarico da eccesso di opzioni disponibili” (choice overload) e si blocca.


Nel nostro caso chiederemo: “Vuoi farti il bagno o la doccia?”


In questo modo, lasciando aperta la comunicazione, tuo figlio sente di prender parte attiva nella decisione e si ha una maggiore possibilità di ottenere una risposta positiva e veloce.

Riepilogando:


Per una comunicazione efficace con tuo figlio devi innanzitutto conquistare il suo cervello rettile facendogli capire che stai dalla sua parte, che capisci ciò che sta provando. Secondariamente dovrai conquistare il suo cervello limbico esponendogli i vantaggi che potrà avere o raccontandogli una storia e infine puoi (ma nel caso dei bambini non è indispensabile) dargli una spiegazione razionale.


Solo in questo modo, seguendo la sequenza corretta, si instaurerà un’efficace comunicazione tra te e tuo figlio.

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