
“Quelli che riconoscono che i problemi fanno parte della condizione umana, e che non misurano la felicità dall'assenza di problemi, sono gli esseri più intelligenti che si conoscano, e sono anche i più rari.” Wayne. W. Dyer
Nella stragrande maggioranza dei curriculum viene indicata la capacità di problem solving (ovvero la capacità di risolvere efficacemente i problemi).
Ma è vero?
Ho visto colleghi chiudersi in bagno e piangere per l’incapacità di risolvere una situazione, ho visto mamme nel panico incapaci di soccorrere il proprio figlio in pericolo.
Sono certa che anche nei loro curriculum era indicata una spiccata maestria nel risolvere i problemi e cavarsela in situazioni di forte pressione.
È inutile che stia qui a dirti perché è importante questa competenza, nel lavoro come nella vita.
Il tuo compito come genitore è quello di insegnare a tuo figlio come risolvere i problemi da solo perché purtroppo non ci sarai sempre tu a risolverglieli o a evitarglieli.
E che ci piaccia o no nella vita si presentano sempre dei problemi.
A questo proposito mi viene in mente una favola zen che ti racconto.
GLI 84 PROBLEMI DELLA VITA
A un certo punto della sua vita, Buddha si fermò per qualche tempo in un villaggio.
Tutti volevano parlare con il grande saggio e ottenere da lui consigli illuminanti.
Tra questi, c’era anche un contadino noto per lamentarsi continuamente di quanto la sua vita fosse problematica.
Quando arrivò al cospetto di Buddha, iniziò a elencare tutto ciò che non andava: il maltempo gli rovinava i raccolti, sua moglie era troppo critica nei suoi confronti, i suoi figli non gli mostravano alcuna gratitudine e, come se non bastasse, i suoi vicini erano rumorosi e parlavano alle sue spalle.
Dopo aver terminato la lunga lista di lamentele, il contadino chiese a Buddha una soluzione, un modo per risolvere i suoi problemi.
-“Non posso aiutarti” – disse il Buddha – “ogni essere umano ha tanti problemi, per la precisione 83 problemi. Così è la vita e io non posso farci niente. E sappi che anche se lavori duramente e riesci a risolverne alcuni, non riuscirai mai a risolverli tutti”.
L’uomo, risentito, iniziò a inveire:
-“Ma allora a cosa servono i suoi insegnamenti di cui tutti parlano?”
Buddha rispose:
-“Forse i miei insegnamenti non servono per risolvere i tuoi 83 problemi ma potrebbero servirti a risolvere l’ottantaquattresimo problema”
– “E quale sarebbe?”
-“L’ottantaquattresimo problema della tua vita è che non vuoi accettare il fatto che avrai sempre problemi”
Questa storia ci insegna che abbiamo 2 scelte davanti ai problemi:
Rassegnarci e lamentarci continuamente oppure prendere atto del fatto che la vita presenterà sempre delle difficoltà e imparare ad affrontarle.
Ed è proprio di come insegnare a tuo figlio ad affrontarle che si parla.
Il tuo compito come genitore è proprio quello di preparare tuo figlio alla vita.
Cerca dunque di farlo al meglio fornendogli gli strumenti di cui ha bisogno.
Non sto parlando di una capacità che sarà utile solo in futuro, ma anche e soprattutto nell’immediato.
I bambini che non hanno capacità di risoluzione dei problemi, infatti, possono evitare di agire di fronte a un problema o ancora possono dedicare il proprio tempo e le proprie energie a evitarlo.
Ad esempio, ci sono bambini che non vanno bene a scuola o che non riescono a mantenere a lungo le amicizie perché per loro rappresenta un problema, non hanno gli strumenti per risolverlo e lo evitano.
O ancora ci sono bambini che reagiscono alla rabbia con un pugno, lo fanno impulsivamente pensando di non avere scelte.
Insegna a tuo figlio le fasi per la risoluzione dei problemi e aiutalo a metterle in pratica, prima con situazioni semplici poi via via più complicate.
In questo modo, quando si presenta un problema vero, verrà automatico per lui applicare i 5 passaggi.
Si sentirà più sicuro, e, se sa ciò che deve fare, non si sentirà sopraffatto o entrerà nel panico.
In questo modo, potrà diventare un adulto sicuro, indipendente e di successo.
Tralasciamo le disquisizioni teoriche e passiamo alla pratica.
LE 5 TAPPE PER RISOLVERE UN PROBLEMA
1. Identificare il problema
Esporre il problema ad alta voce può aiutarlo a identificarlo e a chiarirsi le idee.
Aiuta tuo figlio a spiegare il problema e ad andare a fondo al problema reale.
Ad esempio: “Non posso più giocare a tennis per un problema al braccio” potrebbe essere “Non sto bene con i miei compagni di corso perché mi prendono in giro”.
In questa fase il bambino può porsi domande come:
- Qual è il mio obiettivo?
- Cosa voglio veramente?
- È importante?
- Chi riguarda?
2. Raccogliere le informazioni.
Quando è possibile tuo figlio dovrà cercare informazioni necessarie per prendere la sua decisione.
Alcune informazioni sono interne, cioè verranno raccolte tramite la riflessione.
Dovrà chiedersi:
- Cosa voglio?
- Di cosa ho bisogno?
- Quali sono i miei valori?
Alcune informazioni possono essere esterne come libri, video, altre persone, insomma approfondimenti che possano essere utili per prendere una decisione ponderata.
3. Sviluppare le possibili soluzioni
Aiutalo a pensare ai possibili modi per risolvere il problema.
In questa fase non devono necessariamente essere buone.
Anche un’idea che può apparire strampalata è accettabile.
Non frustrarlo e non porgli dei limiti.
Sii paziente. La maggior parte dei problemi non viene risolta rapidamente o al primo tentativo.
La chiave è aiutarlo a capire che con un po’ di creatività può trovare diverse soluzioni.
4. Identificare i pro e i contro di ogni soluzione
Aiuta tuo figlio a identificare le conseguenze positive e negative per ogni potenziale soluzione che ha identificato.
Chiedigli: “Cosa accadrebbe se…”
Questo li aiuterà a sviluppare capacità di pensiero analitico e deduttivo.
Inoltre, fai domande e dai suggerimenti sulle strategie per incoraggiarlo a riflettere sui possibili effetti delle soluzioni che ha individuato.
5. Scegliere una soluzione
Una volta che tuo figlio ha valutato i possibili esiti positivi e negativi, incoraggialo a scegliere una soluzione.
Digli di provare e vedere cosa succede.
Se non funziona, non lasciare che si demoralizzi.
Incoraggialo a provarne un’altra tra quelle che ha individuato.
Ma mi raccomando, non intervenire anche se sai che non è la soluzione giusta (a meno che non sia pericolosa per lui).
È importante che impari dalle conseguenze naturali delle sue scelte.
Fai in modo che si eserciti a risolvere i problemi
Quando tuo figlio ha un problema non affrettarti a risolverlo per lui.
Invitalo a seguire i passaggi per la risoluzione dei problemi.
Offri una guida quando ha bisogno di aiuto, ma incoraggialo a risolvere le sue difficoltà da solo.
Usa i problemi della vita reale nelle spiegazioni, negli esempi.
Non insegnare il problem solving come un’abilità astratta e indipendente.
Per esempio, se ha dimenticato di portare un libro a scuola puoi dirgli:
-“Cosa puoi fare per assicurarti che ciò non accada di nuovo?”
Lascia che provi a sviluppare alcune soluzioni da solo.
Potrebbe proporti:
- “Farò lo zaino la sera prima
- “Attaccherò un post-it con la lista di quello che devo portare”
O altre soluzioni fantasiose, i bambini sanno essere molto creativi 😊
Lodalo quando applica le tecniche di risoluzione dei problemi.
Mostra a tuo figlio con l’esempio, come seguire questo metodo strutturato per la risoluzione dei problemi e diventerà più sicuro e indipendente.