
“Alziamoci e ringraziamo, perché se non abbiamo imparato molto oggi, almeno abbiamo imparato poco, e se non abbiamo imparato poco, almeno non ci siamo ammalati, e se ci siamo ammalati, almeno non siamo morti; dunque, siamo tutti grati.” Budda
Riconoscere e apprezzare ciò che si ha.
I bambini difficilmente lo fanno, come non lo facciamo del resto noi adulti.
Bambini ingrati, mai contenti di ciò che hanno, che pretendono sempre di più; concentrati su ciò che non hanno ancora e non su quello che hanno già.
Bambini che si lamentano continuamente (del cibo, dell’abbigliamento, dei giochi), suona familiare?
Non sopportiamo quando nel momento in cui portiamo la cena a tavola immancabilmente qualcuno si lamenta o critica ciò che è stato cucinato.
Noi però, appena messo piede in un ristorante, neanche fossimo chef stellati o affermati critici gastronomici, iniziamo a sparare a zero su tutto come se dovessimo scrivere l’articolo del secolo sulla “Gazzetta del gusto” senza goderci il momento e la compagnia.
Sappiamo benissimo che bambini imitano quello che vedono per cui se ci lamentiamo continuamente di tutto (Che tempo di merla! In questa casa non funziona nulla! Questa macchina è un catorcio! ) non dobbiamo poi lamentarci se anche i nostri figli non fanno che trovare i lati negativi in tutto ciò che si fa o si possiede.
COSA FARE?
Come al solito è una questione mentale: dobbiamo imparare a focalizzarci su ciò che abbiamo e guardare la realtà prestando attenzione all’abbondanza (ciò che si possiede) rispetto alla visione di privazione (ciò che non si ha più, o non si ha ancora).
Infatti, se non siamo ossessionati da ciò che ci manca e dal come raggiungerlo, sappiamo apprezzare ciò che abbiamo e ringraziare per questo.
A questo punto mi è stato chiesto: “scusa Marcè chi devo ringraziare? Io sono atea e non credo in Dio”
Non è una questione religiosa, puoi ringraziare chi vuoi… l’universo…te stesso …me 😉
Il punto è proprio questo: il solo fatto di ringraziare fa sì che ci si soffermi su ciò per cui si vuole ringraziare, e ci si accorga che di fatto si vive nell’abbondanza.
Non esageriamo Marcé, se vivessi nell’abbondanza non starei qui a lamentarmi …
Con il termine abbondanza non intendo necessariamente ricchezza, ma abbondanza di affetti, di amicizie, di tempo e così via.
Lo so che sembra una cosa strana o difficile da applicare ma sospendi per un attimo il tuo pregiudizio e prova! Ti assicuro che funziona!
Il Dr. Robert Emmons nei suoi studi su sulla gratitudine ha scoperto che le persone che sono grate sperimentano benefici misurabili a livello psicologico, fisico e interpersonale:
• Sperimentano emozioni positive come ottimismo, entusiasmo, amore e felicità.
• Sono più gentili e più generosi con gli altri
• Sono più in salute
• Fanno più esercizio e mangiano più sano
• Dormono meglio
• Sono in grado di affrontare lo stress in modo più efficace e recuperare più rapidamente da situazioni stressanti
• Vivono più a lungo
Solo di recente gli scienziati hanno iniziato a studiare i benefici della gratitudine.
Ma perché dire GRAZIE ci porta così tanti vantaggi?
Quando ringraziamo per qualcosa, interrompiamo il ciclo di pensieri negativi e dei nostri timori, consentendo al nostro sistema nervoso di recuperare.
Le ricerche dimostrano che essere grati, stimola il corpo, la mente e lo spirito, ci dà energia, ci ispira e ci trasforma.
Le persone che erano grate per le cose che erano successe in passato, si sentivano più felici nel presente e più fiduciose per il loro futuro.
COME INSEGNARE LA GRATITUDINE ?
Ecco alcune strategie che possono aiutare i tuoi figli a sentirsi più grati.
Nel suo libro 10 Mindful Minutes , Goldie Hawn spiega che essere grati non è un istinto naturale; ai bambini deve essere insegnato.
In che modo?
Troverai qui dei metodi che io uso e che trovo molto efficaci da cui puoi prendere spunto per trovare quelli che per te sono più funzionali/più adatti.
- Sii un genitore riconoscente
Il primo e il più importante esercizio è dire ai nostri figli perché siamo grati di averli.
Diciamo loro che li amiamo e che siamo grati per il loro amore, i loro sorrisi, i loro abbracci e molto altro ancora.
Quando diciamo loro ciò che li rende speciali per noi, la loro autostima viene rafforzata per le giuste ragioni (non perché hanno lo smartphone più recente o perché vestono abiti di marca).
Inoltre, il nostro esempio mostra loro che la gratitudine va ben oltre le cose materiali.
- Cogli le opportunità d’insegnamento
Quando tuo figlio si lamenta perché non ha l’ultimo modello di smartphone o in generale qualcosa che invece hanno i suoi amici, anziché partire con la solita tiritera “io alla tua età… ” oppure “i ragazzini di oggi sono ingrati…”cogli l’occasione per aiutarli a focalizzarsi su ciò che hanno.
Chiedi loro se è veramente indispensabile o utile quello che vorrebbero oppure è una sorta di gara con gli amici o ancora un modo per essere accettati dal gruppo.
In questo modo oltre a coltivare la gratitudine insegnamo loro ad essere più consapevoli.
Dobbiamo cogliere il momento giusto ed essere pronti a usarlo come potente strumenti didattico.
Quando i bambini possono collegare il concetto di gratitudine a una situazione di vita reale, la lezione che stiamo insegnando sarà molto più efficace e duratura.
- Atteggiamento positivo.
Di tanto in tanto è naturale vedere il bicchiere mezzo vuoto e i bambini non fanno eccezione.
Tutti noi abbiamo vissuto almeno un momento in cui ci siamo crogiolati nell’autocommiserazione.
Ma come genitori dobbiamo ricordare che è più produttivo insegnare ai nostri figli ad essere resilienti e focalizzarli nuovamente sugli aspetti positivi che spesso si trascurano.
Quando i bambini si lamentano cerchiamo dunque motivi per cui essere grati: si chiama “atteggiamento di gratitudine” e riguarda la prospettiva più che la circostanza.
Infine un piccolo esercizio quotidiano per i bambini (ma anche per me) consiste nell’elencare, tutte le sere prima di addormentarci, 3 cose positive (per cui essere grati) che sono successe nella nostra giornata.
Questo focalizzerà la loro attenzione su ciò che hanno e su ciò che di bello hanno vissuto distogliendola dalla lamentela e dal vittimismo.
La gratitudine gioca dunque un ruolo fondamentale nella felicità.
Concentrarsi sulle cose positive, quelle per le quali possiamo essere grati ci rende più sereni e fiduciosi, proviamo allora ad esserlo ogni giorno un pochino di più, un passo alla volta.