
Ci hanno detto tutti e in tutte le lingue che urlare è sbagliato ed è anche controproducente: spaventa i bambini, ti fa sentire in colpa e non funziona nemmeno!!!
Uno studio pubblicato sul Journal of Marriage and Family nel 2003 riporta che quasi il 90 % dei genitori intervistati hanno ammesso di urlare con i loro figli.
Mal comune mezzo gaudio?
Se è vero che quasi tutti i genitori ricorrono alle urla con i loro figli è altrettanto vero che non è molto efficace.
Non solo gli stai insegnando che urlare è un modo per risolvere i conflitti, ma potresti anche peggiorare le cose.
I bambini hanno infatti un sistema nervoso sensibile e le urla sono aggressive e intimidatorie e portano a mancanza di autostima, nervosismo, agitazione, frustrazione.
Se otteniamo i risultati che vogliamo con le urla è perché i bambini hanno paura e vogliono che smettiamo di urlare non perché hanno effettivamente preso la decisione di modificare il loro comportamento.
“La realtà è che la maggior parte di noi comunica nello stesso modo in cui è cresciuta.
Quello stile di comunicazione diventa il nostro modo normale di affrontare i problemi, il nostro modello di comunicazione.
È ciò che sappiamo e che trasmettiamo ai nostri figli.
“La realtà è che la maggior parte di noi comunica nello stesso modo in cui è cresciuta. Quello stile di comunicazione diventa il nostro modo normale di affrontare i problemi, il nostro modello di comunicazione. È ciò che sappiamo e che trasmettiamo ai nostri figli. O diventiamo la nostra infanzia o facciamo una scelta consapevole per cambiarla” Kristen Crockett
Cosa fare?
Prova a seguire questi 5 passi quando ti accorgi che sta per scattare in te quella rabbia incontenibile e quella frustrazione che sai già che ti farà urlare e dire cose di cui ti pentirai subito dopo.
1. CONTROLLA TUE EMOZIONI.
Evita di agire quando sei arrabbiata.
Fai un respiro profondo e aspetta di essere calma prima di affrontare la situazione.
Resisti all’impulso di punire o urlare: è sempre controproducente.
Se i tuoi figli litigano urlando e inveendo, probabilmente è il modo con cui interagisci con loro.
Sei il loro esempio, vedendoti gestire le tue emozioni i bambini imparano a gestire le proprie.
Lo so non è per niente facile! Stanca, stressata dopo una giornata difficile a malapena riesci ad organizzare una cena e loro ne combinano una di troppo; allora esplodi dicendo cose di cui ti penti un secondo dopo. A chi non è successo?
L’importante però è che non diventi la regola, che non ci sentano sbraitare continuamente e rovesciare tutta la nostra rabbia, stanchezza e frustrazione su di loro.
2. SII EMPATICO
La tua non deve essere la figura di un controllore esterno che è pronto a giudicare il suo comportamento e ad urlare al primo errore.
Stai dalla parte di tuo figlio e riconosci i suoi sentimenti e le sue emozioni.
Fagli intendere che capisci il suo stato d’animo e le sue emozioni creando una sorta di connessione tra te e lui.
- Cerca il contatto visivo, abbassati al suo livello e guardalo negli occhi “Sembra che tu sia davvero arrabbiato per quello che ha fatto tua sorella.”
- Metti una mano sulla sua spalla o comunque crea un contatto fisico
- Fagli capire in modo calmo che capisci ciò che prova: “Tua sorella ti ha fatto arrabbiare tanto vero?
A volte loro stessi non sanno perché si comportano in un determinato modo, a volte si tratta di un modo per attirare l’attenzione, a volte è semplicemente uno sfogo di rabbia o frustrazione.
Noi possiamo aiutarli a capire cosa provano. (Vedi anche: Intelligenza emotiva: perché è importante per i tuoi figli)
3. STABILISCI DEI LIMITI E SPIEGA LE CONSEGUENZE DELLE LORO AZIONI
Quando i bambini si sentono compresi, sono più in grado di accettare i limiti che imponiamo loro.
Infatti anche se capiamo il loro stato d’animo non significa che accettiamo i loro comportamenti inadeguati.
Non mi stancherò mai di ripetere che tutte le emozioni sono accettabili ma non tutti i comportamenti lo sono.
Chiarisci quali sono le conseguenze del loro comportamento:
- “Lo so che hai spinto tua sorella perché volevi che si muovesse (connessione), ma spingendola puoi farle male (conseguenze)
- “Lo so che ti piace tanto giocare a calcio, (connessione) ma in casa potresti rompere qualcosa (conseguenze)
4. FORNISCI DELLE ALTERNATIVE E UNA GUIDA
Quando è possibile spiega come avrebbero dovuto comportarsi o cosa avrebbero dovuto dire.
In caso di comportamenti inappropriati fornisci delle alternative:
- “anzichè giocare a palla in sala, dove si potrebbe rompere qualcosa, perchè non giochi in giardino?” (alternativa)
- “Sta piovendo e non puoi giocare a palla in giardino, domani pomeriggio se fa bel tempo andiamo al parchetto, intanto che ne dici di giocare a Uno?” (alternativa)
— Anzichè urlare: “Hai spinto tua sorella, ora vai in punizione!”
- Potresti dire: “Lo so che hai spinto tua sorella perchè volevi che si muovesse (connessione), ma se la spingi le puoi fare male (conseguenze), le puoi dire gentilmente: “Potresti far presto per favore?'(guida)
— Anzichè urlare: “Se rompi qualcosa con la palla ti metto in punizione!”
- Potresti dire: “Lo so che ti piace tanto giocare a calcio, (connessione) ma in casa potresti rompere qualcosa(conseguenze), potresti giocare in giardino/o con la palla di peluche (alternativa)…”
— Anzichè dire: Condividi il gioco con il tuo amico altrimenti non guarderai la tv!
- Potresti dire: “Lo so che è difficile condividere un nuovo gioco e che ti senti un po’ arrabbiato (connessione). Riesci a pensare a un modo per giocare insieme al tuo amico? (guida)Fammi sapere se hai bisogno di aiuto.
5. INSEGNA A TUO FIGLIO A RIMEDIARE.
I bambini non devono aver paura di commettere un errore.
Ho visto bambini terrorizzati dopo aver rovesciato accidentalmente un bicchiere d’acqua. Nel panico per la paura delle conseguenze.
Dimentichiamo spesso che queste cose possono capitare anche a noi; insegnamogli che può pulire l’acqua versata con un tovagliolo senza però farla passare come una punizione.
Il messaggio è dunque: “La prossima volta presta più attenzione” ma anche: “E’ sempre possibile rimediare”
A questo proposito è bene insegnagli a mettere da parte l’orgoglio e a chiedere scusa se necessario. Ci sono tanti modi per chiedere scusa: un abbraccio? un disegno? Prestare un gioco?
Concludendo:
Quando siamo tentati di urlare o punire:
- facciamo un respiro profondo (consapevoli che urlare o punire è inutile)
- facciamogli capire che capiamo cosa prova
- poniamo dei limiti al suo comportamento spiegando le conseguenze che ne possono derivare
- proponiamo un’alternativa o guidiamolo verso il comportamento corretto
- permettiamogli di rimediare
Semplice no?
Ho detto semplice non facile ☹
All’inizio dovevo calmarmi andando un secondo in bagno, respirare e pensare “è solo un bambino lo ha fatto per curiosità, la colpa è mia che gliel’ho lasciato a disposizione”, mi dicevo: “urlare non serve a nulla, lo spaventa e basta”.
Dopo un po’ di tempo diventa più facile, o almeno per me lo è stato.
Certo, ci saranno quei giorni storti in cui stanca, nervosa, con il mal di testa, li trovi a litigare per il telecomando e non riuscirai a trattenerti, ma subito dopo ti rendi conto che stai sfogando su di loro le tue frustrazioni e che in realtà loro non c’entrano e riuscirai a riprendere il controllo.
Nel tempo mi sono accorta che è cambiato anche il modo in cui interagiscono tra loro: sono molto più gentili, non urlano, danno spiegazioni, argomentano, chiedono scusa.
Intendiamoci non sono diventati improvvisamente dei piccoli santi, ma le cose sono migliorate molto e lo sforzo (non da poco), è stato sicuramente premiato.